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Dopo gli studi superiori, segue i corsi dell’Istituto Europeo di Design a Milano dove comincia la sua carriera di fotografo professionista. Nel 1990 entra a far parte di Contrasto e dopo aver trascorso molti anni tra Milano e Roma si stabilisce a Rimini.
Viaggia molto tra Africa ed Europa. Il suo interesse come fotografo si concentra soprattutto sui più complessi e difficili problemi sociali del nostro paese e della nostra società: l’immigrazione, la droga, l’emarginazione e il fenomeno della prostituzione. Documenta lungamente la vita notturna in Italia e all’estero raccontando momenti intimi e situazioni estreme. L’impegno e l’approfondimento di tali tematiche portano Marco Pesaresi a lavorare su grandi reportage fotografici, che lo vedono impegnato per molti mesi di seguito. Così nasce Underground (pubblicato in Italia da Contrasto e negli Stati Uniti da Aperture), una ricognizione in dieci diverse città del mondo sulla vita delle metropolitane, e il progetto sui Megastores, realizzato tra Giappone, Stati Uniti e Russia per documentare le nuove abitudini consumistiche di questi grandi paesi.
L’ultimo lavoro di Pesaresi è un reportage in bianco e nero su Rimini, uno struggente e malinconico ritratto della sua città natale, che diventerà un libro nel 2003 e una mostra. Le sue foto sono pubblicate regolarmente sulle principali testate internazionali come Panorama, L’Espresso, Geo, El País, Sette, The Independent, The Observer e altre ancora. Espone ad Arles, nell’ambito dei Rencontres Internationales de la Photo, e a Perpignan, nell’edizione 1996 del Festival Visa pour l’Image; la sua mostra Underground gira molte città europee. Nel 1994 vince il Premio Linea d’Ombra.
Il 22 dicembre 2001 Marco Pesaresi muore nella sua Rimini, dove aveva a lungo lavorato.
L’archivio di Marco Pesaresi è stato depositato dalla madre Isa Perazzini a Savignano sul Rubicone, nei locali di Palazzo Vendemini, con lo scopo di conservarlo, catalogarlo e valorizzarlo nel tempo. L’archivio conta oltre 55.000 documenti fra negativi, provini a contatto, stampe, diapositive, fotografie.
Vi amerò per le strade del mondo.”

Dedicato a Marco
Vi siete mai fermati sul ciglio della strada a guardare la gente camminare? Siete mai riusciti a vedere, in un solo attimo, l’animo delle persone e i loro pensieri. Avete mai voluto veramente capire la rabbia, la delusione, la frustrazione del nostro mondo?
Marco Pesaresi aveva deciso di farlo. Per questo era partito dalla sua Torre Pedrera con una macchina fotografica e un bel po’ di rullini: per vedere e capire il mondo. Aveva lasciato, zaino in spalla, i visi familiari e conosciuti per andare nelle città più caotiche al mondo, piene di gente sempre di corsa, con i visi tirati e tesi, sempre più schiavi dell’orologio.
Una scelta dettata dal cuore e dalla passione per l’animo umano, la voglia di scoprire il mondo guardandolo con gli occhi di un bambino che vede per la prima volta la neve.
Le opere di Marco sono uno spaccato della realtà e anche se distanti quasi 20 anni, riflettono con attualità il nostro mondo. È riuscito a fermare il tempo per consegnarci un’immagine precisa della società, con le sue contradizioni, i suoi contrasti e le sue meraviglie.
Nella foto qui sotto, scattata al Rio Grande di Igea Marina quindi praticamente dietro casa, ci sono dei ragazzi intenti a ballare ma nessuno incrocia lo sguardo con chi gli sta a fianco. Non si guardano, perché troppo presi da loro stessi non trovano motivo per vedere e capire gli altri. Marco invece li guardava, li osservava, li capiva e li immortalava per noi.
“la fotografia me la sono ritrovata addosso” confessa in una bellissima intervista che possiamo trovare su Youtube. Aveva capito di avere un dono, quello di vedere oltre gli occhi delle persone e che la fotografia fosse il mezzo più adeguato al suo tempo per congelare quella visione.
“Vi amerò per le strade del mondo” E’ la frase che più lo descrive, quella che forse gli rende più giustizia. Non chiedeva niente ai suoi soggetti, non voleva le pose e probabilmente alcuni non sanno nemmeno di essere stati fotografati. Era amore incondizionato, puro e bellissimo.
Ogni amante della fotografia ha i sui maestri a cui ispirarsi, io ho scelto Marco senza neppure sapere chi fosse Marco. Mi hanno colpito i suoi scatti in bianco e nero del nostro territorio, la sua predilezione per il mare in inverno, l’amore che ci accomuna per la nostra terra.
Stefano Benaglia, Presidente Pro Loco di Viserbella